29 September 1855
- Title
- 29 September 1855
- Date
- 29 September 1855
- Language
- Italian
- Volume
- 1
- Issue
- 1
- Short Title
- Lo Spettatore Egiziano
- Spatial Coverage
- Cairo
- Provenance
- Scanned in November 2021 from photocopies in private collection.
- transcription
-
GIORNALE POLITICO, SCIENTIFICO, LETTERARIO, COMMERCIALE.
Un Anno Talleri 12. Egiziani-Sei mesi 6 12.-Inserzioni 1 P. la linca.
Le Associazioni si ricevono in Cairo all' Uffizio della Redazione.—Alessandiii presso il Sig. G. DEL VALLE ed alla Riunione Commerciale.
RIVISTA POLITICA Le strepitose notizie portateci dai Vapori decorsi per via telegrafica, ed ora confermati con dettaglio dalla stampa di Oriente assorbono esclusivamente l'attenzione di questo paese cosi strettamente legato per ogni lato alla sorte della guerra che si combatte in Crimea. E a questi che dedicheremo quasi unicamente la presente odierna rivista riproducendo i seguenti dettagli estratti dall'«lmpartial di Smirne» e datati da — Sevastopoli 12 Settembre.Voi conoscete la grande notizia, Sevastopoli è nostra ed è in mezzo delle sue rovine quasi ancora fumanti che io vi scrivo. Mi è impossibile di darvi lunghi dettagli; avvi nelle menti troppa esaltazione e troppo entusiasmo per permettere a chi che sia di occuparsene. Quegli che avrà il tempo di raccoglierli e di coordinarli farà un magnifico Poema.—Mi basti il dirvi che lo slancio delle nostre truppe è stato ammirabile. Noi non abbiamo dato indietro il 18 Giugno, secondo l' espressione attribuita ad un illustre Maresciallo se non per meglio saltare, i nostri soldati si sono infatti slanciati come leoni, e una volta presa la preda tutto è stato finito per essa. Noi sapevamo bene che Malakoff era la chiave della piazza assediata ma non ci immaginavamo che la sua conquista dovesse produrre uneffette cesi decisivo. Il genio tem eva di dover far un nuovo assedio, e di sottomettere a nuove prove la pazienza dell'Armata. I nostri timori si sono dissipati, tutta la parte del Sud ha dovuto disperare della sua disesa, ed i Russi hanno fatto saltare essi stessi le joro fertificazioni ritirandosi dall' altro lato....... Quando la notte i Russi si decisero ad abbandonare la partita e che si misero a far saltare tutto intorno di se forti, batterie e polverière, la scena divenne terribile, l' Inferno non ha mai vemitati suochi simili. Esplesioni fulminanti scuotevano l'aria ad una immensa distanza e la Città presentava l' aspetto d' una fornace ardente.....Nonostante dei magazzini contenenti effetti di vestiari e di equipaggiamento ed un materiale immenso di marina sono caduti nelle nostre mani Tutte le nostre truppe sono per incamminarsi alla Cernaia, intenzione dei Generali in capo essendo di perseguitare attivamente il nemico... Ecco l' ordine generale del General PELISSIER che sappiamo per telegrafo elettrico, esser stato ora nominato Maresciallo. SOLDATI Sevastopoli è caduto. La presa di Malakoff ne ha determinata la caduta, di sua propria mano il nemico ha fatto saltare le sue formidabili difese ha incendiato la Città, i suoi magazzini, isuoi stabilimenti militari e colato il resto dei suoi Vascelli nel porto. Il baluardo della potenza Russa nel Mar Nero non esiste piu. Questi risultati voi li dovete non solo al vostro bollente coraggio ma ben anche alla vostra indomabile energia ed alla vostra perseveranza durante un lungo assedio di undici mesi. Mai l' artiglieria di terra, e di mare, mai il genio, mai l' infanteria non ebbero a trionfare di simili ostacoli, mai pure questi tre corpi non hanno spiegato più valore, più scienza, piu risoluzione. La presa di Sevastopoli sarà il vostro eterno onore. Questo successo immenso ingrandisce e libera la nostra posizione in Crimea Esso permette di rendere al loro focolare ed alle loro famiglie i liberabili che sono restati nelle nostre file: lo li ringrazio in nome dell' IMPERATORE della divozione di cui non hanno cessato di dare prove, e farò in modo che il loro ritorno in patria possa presto effettuarsi. Soldati, il giorno 8 Settembre nel quale hanno sventolato insieme le bandière delle armate In
glese, Piemontese, e Francese, resterà una giornata memorabile, e voi vi avete illustrate le vostre aquile di una gloria, nuova ed imperitura. Soldati, voi avete ben meritato della Francia e delPELISSIER. l' Imperatore. « 1 Francesi hanno avuto tre Generali morti, uno smarrito nell' attacco e quattro feriti. Estratto da un dispaccio dell' Ammiraglio 12 Settemhre 5 1/2 del mattino. BRUAT. I piroscafi Russi avanzo unico della marina loro in Sevastopoli e che dopo l'evacuazione si erano ritirati nella parte Nord sotto la protezione del Forte Costantino sono stati stamani dati alle fiamme, che ora li stanno divorando. Questa distruzione importa molto alle squadre che esse obbligavano a continuare un blocco più stretto per timore che questi piroscafi non cercassero di scappare verso Nicolajew. Le notizie che abbiamo di Europa essende ormai rancide e di poco interesse portiamo solamente alla cognizione dei nostri lettori un curioso documento pubblicato dall'INDEPENDANCE BELGE, e che acquista il suo interesse dall' attuale vertenza anglo-franco Napolitana per cui la squadra Inglese si diresse già verso Napoli. Essa si cemponle di una lettera del Principe LUCIANO MURAT ed è inserita in un libercolo che setto il titolo di « 1 BORBONI, e MURAT venne pubblicato e dicesi sorta dalla penna di un ex Ministro Napoletano che gode grande reputazione presso i suei Concittadini ed è intimamente legato con MURAT Ecco la lettera, Mio Caro Nipote Poichè mi sembra, come a te; che io sono la sola soluzione possibile, mi sono interdetto ogni iniziativa. Stolto è quegli che crederebbe per esser nato soltanto sui gradini del trono, che la corona gli appartenga e considera l' eredità di un popolo come sua proprietà nello stesso modo che un semplice particolare eredita di una gregge. Se Italia mi chiami, io sarò fiero di servirla aggiungerò anche che non troverà alcuno che al serva meglio che me. 1 suoi nemici sono i miel e vi è un conto ben terribile da regolare fra noi. Ma se l' Italia facesse un altra scelta, io non farei meno per cio dei voti per lei, e per ajutarla a riuscire darei fin all' ultima goccia del mio sangue. Fortunato colui che sarà l' Eletto d'Italia, la sua missione è assai facile. Contienti e sowienti di quella verità che per esser vecchia non cessa di esser buona NOBILTA OBBLIGA Tutto tuo L. MURAT. (Indipendance Belge 7 Setterabre 1855.) Per tutta la parte Politica C. CASTELNUOVO.
Ta Redazione awerle che uou si tieue tespousabile che solo degli Wilicoki sitmali da lei o uon
fituati
Gasteina
I DUE TERMINI DELLA PROFEZIA DI NAPOLEONE. Avevamo già dato mano alla redazione del presente articolo quando ci pervennero le ultime notizie della guerra. I gran massi di pietra, che si crecetane sinora invincibili baluardi della potenze Russa, e da cui essa, fedele alle proprie tendenze, preparava il suo volo rapace sull' impero d' Criente, rovinavano sotto i colpi del cannone degli alleati, che occupavane tutta la parte
Sud, e la Città stessa di Sevastopoli preparando la via ad una favorevole soluzione della Campagna di Crimea. La vittoria perô, e le rilevanti conseguenze ch' essa può portâre, non possono farci dissimulare la gravezza degli ostacoli che il bravo soldato Francese, Inglese ed Italiano unitamente al Turco ed all' Egiziano, ha dovuti incontrare; ostacoli che han messo varie volte in bilico la fortuna delle armi e che hanno costato tanti travagli indefessi, tanto tempo e ciò che più importa tanto sangue di prodi. Il peso della potenza Russa è un peso materiale, ma è un peso che equivale a più di 60 milioni di sudditi e ad una estensione di dominio che abbraccia una sesta parte del mondo conosciuto; aggiungete a tutto ciò il principio religioso da cui è regolata, e le forti posizioni che essa occupa, ed i molti mezzi che puè mettere in opera, e potrete desumere la facile conseguenza che la bilancia era almeno finora preponderante in di lei favore, e che i trattati del 1815 collo sminuzzare in tante piccole frazioni l'Europa han fatto dono di questo vantaggio alla Russia. Il prigioniero di S. Elena metteva per un fatto certo e prossimo che quei trattati avesse dovuto lacerare o l'Europa divenuta repubblicana, o l'Europa divenuta Russa. Pochi anni or sono pareva che la vecchia Europa avesse-velute animarsi a nuova vita, ma il fatto assai presto smentiva le concepite speranze, e nuovi protocolli sancivano l'inviolabilità dei vecchi trattati. Se quel lato della prosezia sia stato o no totalmente distrutto, è un argomento estraneo al presente articolo, nel quale noi vogliamo soltanto esaminare se l' Europa potrà mai esser Russa. E per ciò conoscere bisognerebbe prima vedere che cosa sia questa Russia posta in opposizione del primo termine della profezia, quindi bisognerebbe esaminare se questa Russia possa aver terreno in Europa. La Russia si è formata alla seuola dei Mongoli, di questa razza che non aveva altro culto che per la forza, altro genio che per la distruzione, di questa razza che, spinta dal suo feroce condottiero Gengis-Kan dalle ultime regioni dell'Asia nel cuore d'Europa come un fulmine sterminatore, aveva pesato per due secoli interi sopra la Russia già straziata da interminabili discordie. Altrove, in Persia, nelle Indie, in China, questa razza feroce si era ben presto lasciata ammollire dal clima e dalle costumanze di quei popoli, sicchè dopo la sua espulsione, essa non vi aveva lasciato impronta alcuna. La Russia era a mezzo barbara; i Mongoli vi trovavano delle steppe, come nelle loro terre natali, quindi conservavano la loro vita nomada, i loro costumi, il loro genio, invece di subire l'influenza del popolo vinto, e ne hanno informato il genio, la vita, i costumi dei Russi, i quali portano ancora il marchio indelebile della loro dominazione. I Duchi di Moscovia erano stati i primi a sottomettersi, ed erano essi che un giorno dovevano comandare sopra tutto l'impero. Essi si servirono dello spirito servile e crudele della razza finnica per elevarsi all' Autocrazia, e la dominazione dei nomadi favori questa tendenza; poiché il popolo odiava le divisioni che l' avevano perduto, sentiva il bisogno di unità per liberarsi e riponeva le sue speranze nella forza del principe. Questi Duchi, passando la loro vita in intime relazioni coi Kan, s' iniziarono allo spirito dei loro dominatori e ne presero le abitudini. E prefittando con simulata destrezza di tali relazioni, s' incaricarono prima di prelevare per essi il tributo sopra tutte le provincie della Russia; più tardi, s'incaricarono ancora in loro vece del l'amministrazione della giustizia. Tanto concorreva
dunque per isviluppare a Mosca il potère assoluto e per distendere l' autorità di questi Duchi sopra tutta la Russia. Infine a poco a poco i nomadi dominatori si ritirarono; il Duca di Mosca si attaccò ai passi dei Mongoli, sfogando una vendetta cosi lungo tempo compressa, li perseguitô fin nelle loro solitudini Asiatiche, e la Russia potè finalmente costituirsi. (sarà continuato)
PROBABILE DEL COMMERCIO GRANARIO NELL' ATTUALE CAMPAGNA.
Nella situazione attuale del nostro commercio, il futuro andamento der cereali in Europa, al quale è attenente la sorte di molti, preoccupa al massimo grado la pubblica attenzione. E se con tanta ansietà sr tiene dietro agli avvenimenti politici, in gran parte si deve a che sono a questi intimamente collegati gl'interessi commerciali, ed in più particolar modo quelli riguardanti i generi di prima necessità, quelli cioè di sussistenza. La posizione nella quale ci troviamo per i cereali, da due anni a questa parte, è invero eccezionale, e dà materia a riflettere. E notorio, che l' Europa trae ogni anno; sia dalla Russia, sia dai Principati, una forte provvisione di cereali, la quale ha sempre contribuito all' alimento degli abitanti di quelle regioni, dove esiste un disequilibrio fra le produzioni agricole ed il consumo, o dove fa d' uopo supplire con l'importazione di frumenti esotici alla esportazione motivata dalla reciproca convenienza, e dalle differenti abitudini di nutrizione delle varie nazioni. Questo sussidio, sebbene non in totalità, pure in buona porzione è mancato l''anno scorso, nel quale in pari tempo dei lamenti sulle raccolte facevansi sentire da molti punti; e l' istinto commerciale penetrato della situazione, faceva si che i corsi dei cereali ascendessero e si mantenessero alti dappertutto, sia nei paesi di consumo, siccome per consenso in quelli di produzione. Osserveremo pero che l' anno passato a quest' epoca, noi, seguendo l'andamento dei principali mercati europei, eravamo di circa P. 30 al disotto dei prezzi attuali; ciocchè chiaramente addimostra, o che i bisogni a questa data non si erano ancora dichiarati, o che si calcolava su più forti provviste di grani esteri. Il fatto stà che non fû che due mesi più tardi, allorchè 1 bisogni divennero più urgenti, allorchè effettivamente si capi che l'importazione avrebbe presentato un deficit, che da una parte il consumo allarmato, dall' altra la speculazione speranzosa si gettarono ad una volta sul mercato; ed alla metà di Decembre noi eravamo qui, di Piastre 10 al di sopra dei corsi odiermi, di Piastre 40 per conseguenza oltre i segni ai quali ci eravamo trovati un'anno fâ al declinare di Settembre. Ma ciò malgrado, alla fine dell' anno eravamo in ribasso, e si erano già perdute le Piastre 10 guadagnate al 15 Decembre; alla fine di Gennajo, anno corrente, si erano perdute altre Piastre 15, ed altre 5 alla fine di Febbrajo; e terminava la campagna con altri piccoli ribassi, che all' estremo limite davano per resultato più di Piastre 40 al di sotto dei segni i più elevati praticati. Ne deriva quindi, che, o 1 bisogni erano esagerati, o 1 sussidj ricevuti sufficienti, ad onta della mancanza di una ragguardevole quantità dei grani russi e dei principati, e che il Commercio ingannato nelle sue valutazioni, contando sopra una deficienza maggiore della reale; oltrepassava nel suo slancio limiti devoluti dalla ragione. Ma cade qui in acconcio di rimarcare che e probabile, che il coltivatore, allettato dai prezzi favorevoli, abbia portato sui mercati buona porzione delle sue riserve, il che, mentre in allora avrebbe vantaggio
Lo Spettatore Egiziano.
samente contribuito alla moderazione dei corsi, costituirebbe adesso una considerevole mancanza per l'attuale campagna, la quale dovrebbe contare sopra minori riserve, in faccia a un raccolto poco ubertoso, tanto sul continente quanto in Inghilterra; in molti distretti toccante appena la media, in parecchi al di sotto della medesima, in ben pochi al di sopra. Nasce ora la questione che ciascheduno fà a se stesso « Sono giustificati questi prezzi? Sono » intempestivi, od almeno precoci? » Ardua è la soluzione del quesito! Ci consta che l'Europa nel 1854 con un raccolto non ubertoso, e senza la totalità dei soliti sussidi dal Mar Nero, si è tratta d' impaccio non incorrendo per imprevvidenza, come nel 1847, nel pericolo di una carestia quantunque breve; ma consta dall'altra parte che degli indigeni depositi allora sussistenti furono assorbiti, facendo cosi fronte agli incessanti bisogni, ed argine al movimento di asscensione dei prezzi, che minacciava di rapidamente progredire, ma consta che quest' anno pure almeno sin oggi, si ripetono in generale le lagnanze dell' anno scorso sulle raccolte; che i depositi di roba vecchia sono poco considerevoli, e le importazieni dai porti Russi e dal Danubio, di molto al disotto di quelle dell' anno scorso, possono riguardarsi siccome minime. Ci si obbietterà che l' America verrà incontro quest' anno all' Europa con dei considerevoli sussidj di farina. Senza dubbio, la coltivazione del frumento che anni addietro era colà quasi limitata al consumo, venne da qualche tempo estesa considerevolmente, e supplisce alle richieste del continente europeo; senza dubbio da poi che le comunicazioni nel Nuovo Mondo sono divenute più rapide e più moltiplici siccome i mezzi di trasportopiù facili e più a buon mercato, dietro l'infinito numero di ferrovie che solcano in ogni senso il suolo americano, immense quantità di farina sono trasportate con mite spesa e con celerità nei varj porti, donde vengono poi asportate per l' Europa; ma è incontrastabile che queste spe lizioni avranno luogo fino a tanto che i prezzi di Europa si troveranno, come sono adesso; ad un livello tale da lasciare un margine, per quanto minimo, sul costo, spes e e nolo della farina stessa, e che ribassando i corsi in Europa fino al punto che cessando la convenienza nascesse la perdita, queste spedizioni verrebbero ad essere forzatamente interrotte. Se di più ci facciamo a considerare che quest' anno la speculazione in Europa si è tenuta fino adesso piuttosto sulla riserva, e che gli aumenti, lenti, regolarmente progressivi, e per cosi dire fino ad un certo punto stentati, furono prodotti quasi esclusivamente dalla domanda del consumo, che và sempre a rilento, ne deduciamo facilmente la giustificazione, dalla circostanza, dei prezzi attuali nei varj mercati europel. « Sono suscettibili i nostri corsi di ribasso o di aumento? E cio più difficile a dimostrare, e non è che a forza d' induzioni, che formatosene un plausibile criterio, può emergerne una ragionevole opinione. Fino a tanto che l' aumento è giustificato, piuttosto che giuoco sfrenato della temeraria speculazione, è probabile il sostegno, possibile l'aumento, difficile il ribasso; e dietro quanto abbiamo precedentemente esposto, crediamo che tale sia il caso di quest' anno. Se da noi non è cosi, deve esclusivamente essere attribuito alla speculazione, la quale scagliatasi di primo impeto senza calcolo e senza riflessione, ha superato e lasciato indietro 1 prezzi di ragguaglio dei principali mercati regolatori; e, dato poi luogo al freddo esame della ragione, si è spaventata, ha incominciato per essere renitente, ed ha finito col rimanere inoperosa. La speculazione si attendeva a nuovi e più vigorosi impulsi dall' estero; e questi essendole mancati, se non del tutto, almeno in quella misura della quale si
lusingava, ne è derivato il logico resultato, di molti venditori a prezzi alti senza compratori, e perciò completa stagnazione di affari, calma, incagli, e tenue ribasso; il quale sarebbe stato molto più sensibile, se delle commissioni dall' estero non avessero dato in questi ultimi giorni un poco più di consistenza al nostro mercato. Alle apprensioni per l'avvenire dei cereali, si aggiunge un altro grave soggetto di preoccupazione e d' inquietudini. E tale l'elemento politico cui accennammo dianzi, e che in questo congiuntura è più che mai inseparabile dal commerciale. » Se la presa di Malakoff e degli altri ridot» ti portasse quella di Sevastopoli; se a questa » tenesse dietro quella della Crimea, ne sa» rebbe la pace la immediata conseguenza ? » Ed in un commercio siccome quello dei » cereali impressionabile per eccellenza, po» trebbe l''opinione anzi che la pace fosse trat» tata, non che conclusa, trascinarli al ribasso » definitivo? » Esaminiamo questi due capi sotto il nostro punto di vista. In nessun caso crediamo la pace immediata, vi si oppongono la dignità della Russia, e gl'interessi attuali degli alleati; le lungaggini e le difficoltà delle trattative. La Russia non piegherà senza tentare il risultato di unacampagna sul Danubio, alla quale stà già alacremente preparandosi. E certo che la Russia mentre trattava a Vienna, doveva ammettere la possibilità della caduta di Sevastopoli a fronte di mezzi d'attacco cosi formidabili siccome quelli di cui disponevano gli alleati, e pur nonostante non volle accettare i quattro punti sotto l' interpretazione che pretendevano dare ai medesimi 1 suoi avversari Si contenteranno ora questi, il giorno in cui avranno in mano la Crimea, della semplice accettazione dei quattro punti per parte della Russia, o detteranno condizioni più umilianti e più onerose per questa ? E la Russia si sottometterà senza ritentare la sorte delle armi? Quale posizione assumeranno le altre potenze ? Quale sarà la linea di condotta che sceglieranno? D'altronde, i quattro punti da per se stessi sono già abbastanza suscettibili di vaste interpretazioni, prô e contro le parti trattanti, e dalle medesime possono da capo emergere, come la prima volta, delle condizioni inaccettabili sia per l' una sia per l' altra parte belligerante. Chi può circonscrivere in un limite, chi può prevedère le nuove complicazioni che potranno sorgere? Non è dunque probabile il resultato della pace immediata dall' esito della guerra che si combatte in Crimea, la quale non è forse che il primo periodo di una lotta più vasta e più decisiva. Coll' andamento delle cose politiche e della guerra dovranno resultare senza dubbio tanto in favore che contro la sorte dei Commestibili dei movimenti momentanei; ma e patente che gli elementi indispensabili di sussistenza non possono come gli altri generi essère esclusivamente subordinati a circostanze eterogenee, nè essere trascinati per lunga pezza fuori del loro cammino regolare, da forze estranee alla loro essenza, e che definitivamente sono i bisogni che ne regolano il corso net paesi di consumo, i qnali reagiscono a loro posta sù quelli di produzione. Finalmente nella stagione avanzata in cui ci troviamo, alla vigilia cioè della chiusura del' Mar Nero dai ghiacci, la questione di pace non é, per tutta questa campagna, vitale; è solo importante in quanto a che, combinandosi la pace, si potrebbe più liberamente del solito fare uso der depositi, nella previdenza di forti sussidj dalla Russia e dai Principati, nella prossima primavera. Si supplirà cosi ai generali bisogni, senza produrre ulteriori aumenti ? — Forse ! Potrà resultarne un sensibile e durevole ribasso !Non lo crediamo. D.
Lo Spettatore Egiziano
CULTURA DELLA CANNA DA ZUCCHERO IN EGITTO.
La Canna da Zucchero detta del paese è originaria delle Indie Orientali e conta più secoli di naturalizzazione nella Valle Nilotica, e non solo il clima della porzione superiore della Valle inondata conviene e favorisce vantaggiosamente la coltura di questa specie, ma si ancora di quella novellamente introdottavi proveniente dalle Antille la quale già conta 18 anni di acclimatazione senza che abbia provato una sensibile modificazione nel suo normale sviluppo anzi si l'una che l'altra varietà provvedono una qualità di Zucchero secco, e cristallino, di facile raffinamento che pel suo bel diamantino acquistato colla raffinazione non lascia nulla a desiderare, e può, lo diciamo senza tema di esser contraddetti, far la massima concorrenza collo Zucchero delle migliori raffinerie dell' Europa. Le regioni del superiore Egitto più convenienti alla coltura della Canna a Zucchero sono i distretti di Alkmin, di Gerge, di Fazsciut, di Dendera, di Ermentis ec. Nel medio e basso Egitto la Canna a Zucchero accquista un minore sviluppo, e da un sugo più acquoso, più albuminoso, e perciò minor quantità di Zucchero cristallizzabile ed all' incontro più melasso. Coloro che hanno esaminate attentamente tutte le fasi della cultura di questa Canna nell'alto Egitto, e la fabbricazione in grande del suo Zucchero si accordano a dire che tale industria agricola è una delle più produttive e forse la più ricca di quante si operano nell'alta Vallata del Nilo. Anzi sorprende assai come fin ora essa non abbia acquistato maggior incremento mentre non mancan grandi estensioni di suolo del tutto incolto, il quale facilmente, mediante le debite cure agrarie, diverrebbe fertile fruttando buoni prodotti. All'unica obbiezione che è quella del difetto di braccia ho già risposto nella mia memoria sulla Colonizzazione der Neri Nubiani in Egitto. Ma le grandi opere di agricoltura non possono essere effettuate che soltanto dai grandi possidenti del paese i quali possono disporre di forti capitali pell' acquisto di pompe a luoco ad uso della irrigazione dei campi ec. Nè credasi che aumentando quanto è ancor suscettibile la cultura della Canna a Zucchero nell'Alto Egitto s'incorrerà nè punto nè poco in desicienza intorno alla coltivazione dei cereali ed altre derrate dell' Alto Egitto; solo importa utilizzare il terreno che porta il nome Ard bouri, cioè terreno alto, e coperto, di vegetazione selvatica. La Canna a Zucchero, varietà delle Antille è quella che più conviene per l'estrazione del suo Zucchero perocchè ne produce un quinto più di quella detta del paese ed accrescendone il campo non solo procurerà al paese tutto quanto suol consumare, ma ne accrescerà l'uso ed incoraggierà l'esportazione dell' articolo per gli scali dell' Arabia, della Soria, delle Isole di Grecia ec.
ottiensi pure dalla fabbricazione e raffinamento dello Zucchero un otima qualità di Melasso che è sempre assai ricercata, e del Rhum che, sebbene non troppo buono, mediante opportuna rettificazione produce un eccellente alcool per il bisogno del paese ed anche per l'esportazione. La Canna a Zucchero dopo pressata (Bagasse) usasi pure siccome un ottimo Combustibile e difatti viene impiegata sotto la Caldaja del generatore della macchina a Vapore che mette in azione tutta la fabbrica d'ello Zucchero. Indi il Lescivio della cenere dello stesso combustibile fornisce coll'evaporazione e disseccamento al forno una specie di Potassa assai ricca di Alcali. Or farò cenno che oltre alle due menzionate varietà della Canna a Zucchere si è altresi per il passato sperimentata l'acelimatazione di quello del Tahiti e tosto che riuscimmo a riprodurla senza che avesse provate forti modisicazioni ed era già pronta ad uscire dall' Orto sperimentale per passare nei campi fu sventuratamente distrutta da una forte inondazione che allagò e sommerse per lungo tempo il giardino di coltura sperimentale ad acclimatazione e non solamente la Canna del Tahiti (non ancora matura) su perduta, ma bensi anche tante altre preziosi piante intertropicali che promettevano il miglior risultato e che avrebbero potuto fra non molto transitare colla massima facilità sotto climi più settentrionali del Mediterraneo, senza il bisogno di mantenerle nell'interno delle serre calde ed Arancière, la sola buona esposizione in piena terra bastando per farle sviluppare. Ne risultò pero a noi la certezza che il clima di Egitto segnatamente sotto il parallelo del Cairo prestasi all' acclimatazione e naturalizzazione delle piante intertropicali che crescono nelle medie, e basse regioni delle Indie, dell'Abissinia, della Nubia ec. Quindi dopo un tale allevamento in Egitto in piena terra, molte delle piante possono passare nella coltura del littorale del bacino Mediterraneo e progressivamente internarle in regioni più elevate. L'Isole di Sicilia, Sardegna ec. sarebbero ottime per il primo passo transitivo e cosi si avrebl,ero le utili specie del genere Casuarina, la Teka grandis, Lamc (Teck des Indes) la Bambusa Arundinacea e molte altre. A. FIGARI.
AMMINISTRAZIONE GIUDIZIARIA. Le cose utili possono tener l' istesso luoge delle dilettevoli; ma perchè di vera utilità potesse riuscire l'argomento che c'impegnamo a svolgere, abbisognerebbe certo di tutt' altro ingegno e di tutt' altra esperienza: pur nondimeno se una buona volontà e l' alta norma del vero per qualche cosa potranno giovarci, noi speriamo che i nostri lettori vorranno farci buon viso. E tanto più lo speriamo, per quanto anzi ogni altro ci facciamo un debito di dichiarare, che non intendiamo minimamente parlare delle persone vestite di Autorità Consolare in questo paese, fra le quali vi è intelligenza e probità degna certo di omaggio. Il sistema di amministrazione giuridica in Oriente è del tutto eccezionale. Come il caos delle lingue, tante diverse giurisdizioni esistono in una città Orientale, tante
Leggi vi hanno impero, quante nazionalità diverse vi hanno rappresentanza. Ogni individuo è regolato da un diritto positivo diverso, e non e impossibile con ciò il caso di una collisione, molto più poi quando si vuol ricorrere ai rigori ed alle minute prescrizioni delle diverse procedure gludiziarie. La ragione di questa moltiplicità di poteri giudiziari sta nella diversità fra le Leggi punitive ed i costumi Mussulmani con quelli dei popoli d'oltre mare. Le convenzioni delle potenze estere colla Porta vestirono i Consoli in Levante del potere giudiziario, quindi accumularono e confusero nelle mani di un solo tanti numerosi, importanti e diversi doveri. Oggi noi abliiamo ragione di osservare che, sebbene nella origine sia stato un vantaggio im* portantissimo la indipendenza del potere giudiziario per gli esteri dai tribunali locali, le conseguenze non sono tutte vantaggiose per la giustizia. Ed anzi ogni altro essa viene spogliata del miglior suo carattere, quale si è quello della uniformità. Le Leggi che sono in vigore debbone essere necessariamente conosciute pel noto aforismo legale: è l'istessa cosa il conoscere la Legge che il doverla o poterla conoscere; quindi le relazioni in una città Orientale devono cominciare colla conoscenza della nazionalità cui ogni individuo appartiene e delle Leggi cui è subordinato, e delle specialità dei diritti e doveri che da esse risultano, e delle forme con cui questi diritti e questi doveri debbono vestirsi e possono esperirsi. Specialmente perciò gli affari commerciali non possono essere regolati con quella celerità e con quella buona fede, tanto necessarie al commercio, perché, all'opposto dei fondamentali principi di diritto, qui le Leggi non regolano la generalità ma ciascun individuo in particolare. Alla moltiplicità delle Leggi, alle intralciate giurisdizioni, alla diversità delle procedure io credo che debba precipuamente addebitarsi la fertilità di appigli e lo spirito di cavillo, che turba tanto la fiducia delle commerciali relazioni. Tanti diversi poteri giudiziari portano la diversità delle competenze. L'azione riconvenzionale perciò, con grave pregiudizio di tempo e di spese, non ha verun significato; ogni azione semplificata non può essere portata che dinnanzi all'Autorità Consolare e regolata secondo le Leggi di quella Nazione cui appartiene il debitore convenuto. Molte volte un' azione rimane sospesa e incompleta per incompetenza di giurisdizione, e cio quasi sempre avviene per le società commerciali: noi abbiamo veduto un socio subire sotto la sua giurisdizione le conseguenze tutte del fallimento, e gli altri, perchè di nazionalità diversa, sebbene il loro nome avesse fatto parte della ragion sociale, rimanerne del tutto incolumi; abbiam veduto ancora di recente un' altra società commerciale non avere alcuna Autorità giudiziale che si credesse competente a dichiarare ed aprire il suo fallimento. Oltre a che, ogni potere giudiziario ha diversi gradi di giurisdizione, secondo l'entità e la diversità delle azioni, sicchè una quistione di piccolo valore non importerebbe le spese ed il tempo che richiederebbe una quistione di maggiore rilievo, nè un' azione commerciale ammetterebbe la procedura di un tribunale civile, nè un processo civile potrebbe dettare le stesse norme ad un processo correzionale o criminale. Ma da questo lato però voi vedete per lo più dinnanzi alle Autorità Consolari quella uniformità che le Leggi non hanno. Ogni azione, di qualunque entità, di qualunq ie natura si promuove con una petizione che dall' Autorità dell' Attore passa a quella del convenuto, il quale ha diritto di rispondervi entro 14 giorni dalla fattagli notificazione; l' attore nell'istesso termine ha diritto a presentare la sua replica, e l'istesso termine ha il convenuto per la seconda risposta; in tal modo ancora si comunicano spesse volte fra le parti le conclusionali e le controconclusionali; poi bisogna attendere la nomina dei giudici, che non si trovano cosi alla
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Lo Spettatore Egiziano.
mano; poi bisogna attendere la redazione della sentenza; poi finalmente bisogna attendere che la parte soccumbente eseguisca la sentenza, lo che per lo più importa comunicazione di nuovi atti, e se una delle parti non risponde entro il termine stabilito? niente di male per essa — il giudizio si prolunga sempre più, poichè la contumacia è assai raro o assai tardi che si dichiari. Questa procedura, salvo qualche eccezione, é per le cause di qualunque siasi valore, per le azioni di qualunque siasi natura. Le azioni cambiarie sentono ancora i pregiudizi di queste procedure. Pel pagamento delle lettere di cambio ed altri ordini commerciali non vi ha dilazione: questa é la massima comune di diritto; ora presso alcune Autorità giudiziarie alla petizione si provvede coll'ingiunzione di pagamento entro il termine di 24 ore, presso altre, di tre giorm, e presso qualche altra ancora, la petizione si comunica al convenuto come per tutt'altra azione. E talune volte, se dentro i termini prescritti, invece di pagare, il debitore risponde con un atto, quest' atto si comunica all' Attore, e cosi si forma dell' azione cambiaria un' azione comune a tutte le altre. Ora v''ha chi vorrebbe asserire, e ne abbiamo una prova recente sotto gli occhi, che l' Autorità Consolare nella trasmissione degli atti fa ufficio di Uscière e quindi, di Uffiziale esecutore che ciecamente deve dar corso a qualunque atto gli si presenti, e non di Uffiziale ordinatore, che deve conoscere della validità degli atti medesimi. lo dichiaro dal mio canto che questa non puo essère asserzione di un uomo che conosca le Leggi e l'organizzazione dei Tribunali in Europa. Imperocché deve anzr ogni altro osservarsi che presso qualunque Tribunale vi sono gli uscieri ad esso addetti, quindi un uscière commerciale non comunicherebbe un atto che non dovesse venir sottoposto al Tribunale commerciale, e non lo comunicherebbe che secondo le forme stabilite pei Tribunali di Commercio; in secondo luogo è da osservarsi essere l''uscière e non la parte che cita l' altra a comparire in giudizio, basando on ciô l'azione che si vuole esperire, e l'uscière non puô fare quest' atto secondo la volontà dell' attore, ma secondo le regole dalla Legge prescritte. Niuno ignora che vi sono due specie d'istruzioni: la difesa verbale dinnanzi al giudice, e la istruzione per iscritto che si completa mediante un numero prescritto di atti da notificarsi fra le parti L''intenzione dei legislatori è stata costantemente quella di escludere dai Tribunali di commercio l' istruzione per iscritto, ed ancora le difese scritte che precedono la difesa verbale, ed io diceva costantemente, poiché, secondo 1 Codici di procedura civile, l'istruzione per iscritto suppone necessariamente il ministero di patrocinatori (avoués) e questo ministero è totalmente proscritto dalle Leggi presso i Tribunali di Commercio. Ora dite dunque o lettori, si può mai ammettere che l''usciere di un Tribunale di (ommercio possa dar luogo ad una procedura per iscritto? e quindi, si può ammettere mai la pretesa che gli uscieri non debbano conoscere gli atti che trasmettono? Tale procedimento presso le Autorità Consolari si giustifica colla moltiplicità delle occupazioni, e talune volte ancora per l'esercizio gratuito di qualche carica Consolare; ma le conseguenze del lungo tempo e delle molte spese gravitano però sulle parti contendenti, e le obbligazioni, con pregiudizio grave del commercio, non si estinguono che stentatamente, anzi awviene non di rado che un creditore abbandoni la speranza di una bella sentenza, trovando miglior ealcolo in un magro accomodamento. Eppure il Commercio, perno delle sociali relazioni, che è la causa primitiva dell'istituzione Consolare, ed il quasi unico elemento dei rapporti degli stranieri cogl' indigeni, ha un necessario ricovero nella speciale sua giurisdizione, e
questa è fondata sui principi di equità, di semplicità e di rapiditâ. La verità sta nel principio; è principio inoppugnabile la necessaria indipendenza dell' Amministrazione giudiziaria, e dessa ben a ragione forma uno dei caratteri che più favorevolmente distinguono le presenti società civili. Ciascun'Autorità Consolare, che non è soltanto vestita del potere giudiziario, nè di un sol ramo del potere giudiziario, vien quasi sempre costretta a prolungare un giudizio dalla moltiplicità delle occupazioni, se pure, per la confusione dei poteri, occorrendovi la convenienza, non si appiglia al partito di troncare una quistione giudiziaria con una misura politica. V' è qualche esempio; ed il Console che sortiva dai limiti di un potere, non era ingiustificabile, poichè non sortiva dai limiti dei poteri alla sua Autorità conferiti. Il pôtere amministrativo ed il politico non possono unirsi col potere giudiziario e subbordinarlo, senza distruggere in pari tempo ogni malleveria delle proprietà personali e reali, i diritti degl' individui e gl'interessi loro. Per allontanare dall' amministrazione della giustizia quei mali che sono quasi conseguenza inevitabile del presente stato di cose; per rendere alla giustizia quel carattere di uniformità che le è tanto necessaria per l'equa corrispondenza dei diritti e dei doveri specialmente fra individui che abitano il medesimo paese; perchè celere, inpendente e nello stesso tempo più economica la giustizia segua il suo corso, 1o crederei necessaria l'istituzione di un Tribunale, comune a tutte le Nazionalità, composto da un numero di persone ragguardevoli ed intelligenti, nominate con metodo elettivo e retribuite con stipendi fissi, e che questo Tribunale prendesse norma nelle sue decisioni da un sol corpo di Leggi, come per esempio, dal Francese. Assai maggior forza acquisterebbe questa mia opinione se per poco si volesse considerare che non tutt' i Consoli sono inviati dai Governi che rappresentano, ma vi ha di quei che forse prowvisoriamente, per caso o per necessità, esercitano le funzioni ed i poteri Consolari. Ora se questo provvisorio amministratore non conosce la teoria e lo spirito delle Leggi scritte; se non conosce i grandi principi della Legislazione, i rapporti del Governo, lo spirito delle sue istituzioni, come potrà egli mai supplire in tutt' i casi ed operare giusta il fine della Legge? come mai potrà tendere ad uno scopo ch' egli ignora? come potrà ercorrère una strada che non conosce? Consulterà egli il testo di una Legge o di un regolamento? ma nel testo non rinviene, la specialità del caso o se la rinviene non è la lettera della Legge ma è lo spirito che dev' essere applicato. Gli errori in tal caso ed 1 nocivi provvedimenti possono essere ben facile conseguenza. Ma chi paga gli errori, Avv. G. LEONCAVALLO. chi ne soffre?
DELL' ASFODELUS RAMOSUS LINN ASFODELO.
Pianta del littorale Mediteraneo, che sa parte pure della Flora d' Egitto mentre si trova nella regione marittima di tutta la base dell' Egitto, e dell' Istmo di Suez; cioè tutto quel tratto della costa che dalla torre degli Arabi si estende all' oriente fino a Pelusio, Arish, e Gaza; indi per più o meno del littorale del Golfo della Palestina segnatamente la pianura e i poggi del distretto di Gaza, di Rama e del Carmelo. Questa pianta provveduta di radice tuberosa composta, non fu in passato conosciuta quasi che dai soli Botanici e quindi fu in poca stima intorno alla sua applicazione nell' antica Medicina. Ora mercè il continuo investigare della Chimica applicata, anche i tuberi di questa pianta acquistarono il massimo inte35
resse dappoichè cimentati con opportuna fermentazione diedero luogo ad un liquore vineso che colla distillazione produsse un Alcool il quale è del tutto identico a quello ottenuto dalle patate. Dietro questa scoperta si formarono delle società per azioni, coll' intendimento di ingrandire la coltura di questa pianta con mezzi artificiali si nell' Isola di Sardegna ove cresce spontanea, ed in grande abbondanza, come pure nell' Algeria laddove l' Asfodelo è pure assai volgare allo stato spontaneo. In conseguenza due grandi stabilimenti diretti alla Coltura e alla distillazione del P Alcool dei tuberi di detta pianta si formarono, e prendono ogni di maggiore incremento, tanto più perchè la malattia delle Viti sparsasi in quasi tutta l'Europa continua ad imperversare, ed in Egitto anche l'uva ha sofferto quest'anno dello sviluppo dell'Oidium che quà e là senza molto generalizzarsi sospese lo stato della perfetta maturità dei grappoli, e l' Uva rimase acerba con piccoli acim. Le patate d'Europa hanno pure di tanto in tanto la loro malattia la quale cagiona degli scarsi raccolti, quindi il ritrovato che chiamerem nuovo (quantunque conti già qualche anno di scoperta) può benissimo venire in soccorso al difetto dell' Alcool prodotto con mezzi ordinari e vieppiù accrescère quella certa indipendenza industriale che ogni paese incivilito cerca di acquistare. L'Egitto va tributario all' Estero di quasi tutta la quantità dell'Alcool che consuma, sebbene il paese sia ricchissimo di buona qualità di datteri, i quali sommessi ad una opportuna fermentazione forniscono un liquore vinoso, che previo distillazione. e rettificazione produce buona qualità di spirito. Oltre i frutti del Dattolière i campi della Valle Nilotica provvedono grandi quantità di radici del Daucus Carota, varietà di un giallo rossiccio assai aromatica e dolce, che, pella quantità di materia Zuccherina che contiene, può con appropriata fermentazione dare un liquore vinoso atto a provvedere una conveniente quantitá di buon Alcool. Ma ritornando al nostro soggetto cioè ai tuberi radicali dell' Asfodelo mi faccio a dire come il suolo sciolto sabbioso della piccola regione di Ramle al Nord d'Alessondria può facilmente convenire alla coltura della suddetta pianta senza incontrare delle grandi spese, dappoiché la sua coltivazione è semplicissima e non esige che poco innaffio, anzi se le pioggie dell'lnverno si reiterassero alquanto non occorrerebbe altro innaffio artificiale, ed il terreno sollevato dei poggi di Ramle potrebbe in tale condizione convenire ad una tal pianta, siccomeconviene alle diverse piante di silvestre vegetazione. Cosi non solamente la piccola regione di Ramle, ma sibbene ancora tuttoquel suolo più o meno elevato, che si estende verso Abukir, suolo tutt'ora incolto, potrebbe divenire produttivo e creare una nuova industria di grande vantaggio all'Egitto. il quale non solo fornirebbe al paese il necessario d' Alcool, ma se ne potrebbe bensi esportare. In quanto al combustibile che occorrerebbe per una tale intrapresa noi indicheremo più tardi i mezzi di procurarselo nei dintorni stessi d'Alessandria senza forte spesa. A. FIGARI. N. B. Si continuerà con altri articoli sulla Coltura delle piante utili all' Industria agricola e commerciale. L'Estensore Proprietario C. CASTELNUOVO. - Rights
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